Con la parola Parato si intende il rivestimento di pareti, soffitti e pavimenti con tessuti.
Si eseguono lavori in loco di manifattura a telaio fisso, con imbottiture naturali o ignifughe secondo le vigenti normative.

Il tessuto verrà fissato ad un’intelaiatura perimetrale in legno a listelli di basso spessore, che permetterà la perfetta verticalità della parete, oltre a consentire una perfetta traspirazione della stessa ed un isolamento termico d acustico.
Tale lavorazione permetterà anche un effetto non eco, a differenza dei parati tradizionalmente incollati.
Questo metodo di esecuzione si tramanda da artigiano ad artigiano da secoli, fin dal XVI secolo, con la boiseries per coprire le pareti, realizzate mediante pannelli variamente ornati ( quelle di gran pregio sono quelle laccate e arricchite da decorazioni pittoriche). Una novità nella decorazione parietale settecentesca è costituita dall’uso della carta da parati, prima utilizzata in ambienti meno importanti e successivamente, circa a metà del secolo, impiegata anche in quelli di rappresentanza. Si comprende quindi come gli arazzi perdono l’abituale importanza goduta come ornamento parietale.

La Francia, durante il settecento, rimane il centro guida dell’arazzeria europea grazie all’inarrestabile declino di quella fiamminga. Nella celebre manifattura dei Gobelins, in linea con la luminosità dei quadri settecenteschi, anche gli arazzi vengono rallegrati da una ricca gamma coloristica.

Si incominciò a trasferire su stoffa i virtuosismi e tonalità di temi pittoriche, e si cercò di ottenere il massimo dei risultati dalle tecniche di tinture delle lane e delle sete, ormai in grado di riprodurre con fedeltà le più svariate gradazioni in un progressivo prevalere del modello pittorico sull’autonomia dell’arte della tessitura. Negli interni, quindi, già ampiamente caratterizzati dalle decorazioni parietali da ricchi tappeti, arazzi e carta da parati, si incominciò ad utilizzare la stoffa come ornamento alle pareti.